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Lavorazioni colture a ciclo primaverile estivo

Le colture a ciclo primaverile estivo piu` diffuse sono: il mais">mais, il girasole, la soia e la barbabietola da zucchero.

La lavorazione principale e` molto importante in queste colture, perche` consente il rapido insediamento degli apparati radicali, i quali sono meno sottili e meno esplorante di quello dei cereali autunno vernini, inoltre hanno un minor investimento per unita` di superficie.


Prendiamo in esame il mais, che e` stato studiato sia all'estero che in Italia e confrontiamo le produzioni ottenute da terreni sottoposti a lavorazione minima, nonlavorazione e aratura.

Dal confronto delle produzioni ottenute dalla lavorazione minima e dalla aratura e` stato accertato che con le lavorazioni tradizionali si ha una produzione di circa 65,1 q/ha, rispetto il 61,8 q/ha .

Nei casi in cui la lavorazione minima ha dato delle produzioni maggiori rispetto alla tecnica tradizionale, cio` e` stato spiegato dalla maggiore disponibilita` idrica, indipendentemente dal tipo di terreno. L'aratura offre una maggiore produzione perche` garantisce ai semi una piu` alta germinabilita` e un migliore investimento e un piu` completo controllo della flora infestante.

In genere la lavorazione minima e la nonlavorazione hanno dato produzioni quantativamente maggiori della tecnica tradizionale nelle annate siccitose, mentre l'aratura ha dato rese maggiori nelle annate piovose.

Nel nord Italia e` piu` indicata l'aratura perche` la disponibilita` idrica e` superiore al livello critico.


Il girasole e` una coltura che si e` diffusa in Toscana intorno agli anni Ô70 successivamente in Umbria e Marche. In Umbria sono state effettuate delle ricerche sulla capacita` produttiva del girasole su terreni tendenzialmente argillosi ed e` stato dimostrato che la lavorazione minima ha una resa di poco inferiore a quella ottenuta nei terreni in cui e`stata eseguita una aratura profonda come lavorazione principale.

Da sperimentazioni effettuate nelle Marche risulta positivo in termini di reddito sostituire l'aratura profonda con un aratura superficiale perche` la flessione produttiva e` modesta. Sperimentazione analoga svolta ad Udine sembra confermare i risultati ottenuti nelle Marche.

Nel centro di ricerca di Pisa sono stati coltivati a girasole due terreni, uno limoso e uno argilloso. Il primo e` stato lavorato con una aratura superficiale di 25 cm e con la lavorazione a due strati; in entrambi i casi si e` notato un aumento di produzione all'aumento della profondita` di lavorazione. Anche la sola discissura alla profondita` di 50 cm ha fatto registrare rese pari a quelle ottenute con l'aratura alla stessa profondita`.

Nel terreno argilloso anologamente a quello limoso si sono ottenute rese maggiori all'aumentare della profondita`, le tecniche piu` utilizzate sono l'aratura superficiale e la lavorazione adue strati.


Esperimenti eseguiti su soia, hanno portato alle stesse conclusioni di quelle ottenute con il girasole.
Nella bietola da zucchero esperimenti fatti sia all'estero che in Italia, hanno dimostrato che la lavorazione minima non e da prendere in considerazione, perche` comporta una notevole riduzione della quantita` e qualita` della produzione, il confronto e` stato fatto solo sulle diverse profondita` di aratura.

Dal confronto delle rese ottenute alle diverse profondita` si e` giunti alla conclusione che piu` e` profonda l'aratura e piu` elevata e` la produzione.