Lavorazione terreni argillosi

Lavorazione di terreni argillosi

Analizziamo gli effetti prodotti dall'aratura in un terreno argilloso. Ricordiamo che sono dei terreni costituiti da particelle il cui diametro e` inferiore a 0,002 mm.

Sono terreni molto difficili da lavorare; se arati formano zolle che allo stato asciutto, diventano molto dure e di difficile sgretolazione.

Allo stato molto umido i terreni argillosi sono appiccicaticci, impermeabili e quando si asciugano si spaccano, con formazione di crepe molto larghe e profonde fino a danneggiare gli apparati radicali delle colture.

Le grandi problematiche di questi terreni sono il ristagno idrico, con conseguenti problemi di asfissia radicale, scarsa permeabilita` ed elevata plasticita` anche a % di umidita` molto basse.

Se sottoponiamo i terreni argillosi ad una lavorazione di aratura possiamo valutare gli effetti positivi e negativi che essa produce. Tra gli effetti negativi dobbiamo ricordare l'elevato sforzo di trazione, che si ha sia nello stato di tempera che in quello di scarsa umidita`, causando un notevole aumento dei costi di produzione. Nel caso di eccessiva umidita` le deformazioni causate dall'aratro sono temporaneamente irreversibili, ed impediscono la strutturazione del terreno e provoca la formazione della suola di lavorazione.

Nei terreni argillosi l'aratura profonda spesso comporta la formazione di zolle di elevate dimensioni provocando problemi per la semina perche' si crea cavernosita' nel profilo.

Tra gli effetti positivi apportati dall'aratura bisogna ricordare l'aumento della capacita` drenante, della capacita` di immagazinare acqua ed il miglioramento della porosita` abbassando la densita` apparente. Nei confronti delle colture migliora la penetrazione delle radici e nello stesso tempo riduce l'antagonismo con le infestanti.

La discissura nei terreni argillosi nei confronti dell'aratura richiede un minor consumo di energia; non forma zollosita` superficiale, oppure, essa e` molta ridotta nel caso in cui vengono utilizzati i chisel.

Nel caso della discissura non si ha la formazione della suola di lavorazione come nell'aratura e risulta migliorata la regimazione idrica anche negli strati piu` profondi, ma di contro si ha un notevole incremento della flora infestante.

La lavorazione a doppio strato non ha avuto molto successo nella lavorazione di questi terreni, anche se teoricamente dovrebbe essere molto favorita, per la conciliazione degli effetti positivi della discissura e della aratura.

La lavorazione minima e la nonlavorazione non sono molto diffuse, perche` tendono a compattare il terreno e a sfalsare il giusto rapporto tra macropori e micropori a favore di quest'ultima, causando problemi di ristagno idrico e di asfissia. In particolari terreni argillosi l'aumento della microporosita` e` compensata dalle crepacciature che si formano nel terreno e svolgono funzione di macropori.

Dal punto di vista del bilancio idrico risulta che terreni dove sono state adottate tecniche di lavorazione ridotta o nonlavorazione hanno una maggiore disponibilita` idrica, rispetto a quelli arati, perche` la maggiore percentuale di micropori garantisce un contenuto idrico maggiore. Con queste tecniche si riduce l'evaporazione dell'acqua perche' i residui colturali che vengono lasciati in superficie svolgono una funzione di tamponamento. Nei terreni arati la maggiore percentuale di macropori comporta un rapido allontanamento dell'acqua e una rapida mineralizzazione della sostanza organica, aspetti negativi per la vita delle piante.