Un terreno limoso allo stato di massima compattezza e` povero di macropori, per tale motivo insorgono i problemi di ristagno e asfissia radicale gia` noti dall'analisi dei terreni argillosi.
I terreni limosi che vengono lavorati con un basso contenuto di acqua tendono a polverizzarsi, mentre quelli con un contenuto idrico elevato tendono a divenire fango. Questi terreni hanno un contenuto di argilla pari al 15%, cio` spiega perche' hanno una bassa capacita` autostrutturante.
La lavorazione piu` idonea per questi terreni e` senza dubbio l'aratura non troppo profonda, buoni risultati si ottengono anche con la lavorazione a doppio strato.
Le lavorazioni minime e le nonlavorazione sono molto indicate per ridurre la destrutturazione del terreno, perche` consentono una maggiore presenza dei residui superficiale, che riducono l'azione deflacculante dell'acqua piovana. La scelta delle macchine per esecuzione delle lavorazioni minime va fatta in relazione alle caratteristiche fisico chimico del suolo, un esempio e` fornito dall'azione della fresatrice in un terreno limoso secco (polverizzazione).
Buona e` l'azione della discissura, perche` ha un azione strutturante come l'aratura e nello stesso tempo conserva la sostanza organica in superfice, l'unico inconveniente e` l'aumento della flora infestante.