FICHI DA CANTARE

LE STORIE TESE

"FICHI DA CANTARE"


Intervista a cuore aperto con Elio e le Storie Tese. L'abbiamo realizzata al reparto cardiologia del San Raffaele di Milano, mentre Elio e i suoi ragazzi si stanno sottoponendo a un intervento multiplo di trapianto. [....]

Passiamo direttamente a Burattino senza fichi: " Ci siamo ispirati direttamente a una canzone di Edoardo Bennato: "Non farti cadere le braccia"".

T.V.U.M.D.B.: "Beh, qui giochiamo a fare gli Earth, Wind and Fire ed è esplicito anche nel testo. Però si sentono anche le influenze dei Brutos".

Lo stato A, lo stato B: "Riguardatevi la sigla di "Mai dire Gol", siamo partiti da lì".

Omosessualità: "Un brano che si rifà ad "Amico" degli Oro. Ma anche al duetto Cocciante-Frizzi, "C'è un vero amico in me/ c'è un vero amico in te".

El Pube: "È un pezzo alla Ruben Blades, ispirato al mondo salsa, quello vero, un'operazione filologicamente perfetta, dalla strumentazione utilizzata (assenza chitarre, presenza nei fiati di soli tromboni, cori cubanizzati) sino al posizionamento nello stereo delle percussioni. Però abbiamo commesso un errore: c'è una misura di 2/4 che fa ribaltare il disegno della clave ( non è quella di Wilma degli Antenati, ma un dettaglio tecnico vero di cui si accorgeranno solo i musicisti professionisti, n.d.r.). Insomma- e qui interviene Elio di autorità- filologicamente è un brano perfetto, anche se alla fine il risultato è una merda".

Mio cuggino : " è ispirata al cuggino di tutti, una figura quasi ultaterrena, l'idea del cugino un pò prepotente, ma in fondo dal cuore buono. Una sorte di Garrone che ha nascosto sotto la maglietta una stecca di sigarette, cioè un garrone pregiudicato. È un pezzo sulle leggende urbane: qual'è l'origine delle leggende urbane? Ecco la risposta: mio cuggino. Che poi è una figura retorica, ovvero la litotite, però non siamo sicuri che si scriva così. Forse è l'alitosi. O addirittura l'Alitalia. Infatti il libretto del cd è "Ulisse 2000".

First me, second me: "È un capolavoro per una generazione, la nostra. Ed è un dopolavoro per le altre generazioni. È un pezzo di genere in inglese, che è un genere particolare che arriva generalmente dai paesi anglosassoni. La prima parte è ispirata all'orchestra jazz di " Guerre stellari", cioè è jazz del futuro. La seconda parte è ispirata a James Taylor, che la canta pure. Il fatto è che è rimasto sotto casa di Rocco Tanica per cinque notti con la cassetta della canzone, oppure era Rocco Tanica che è stato sotto casa sua, boh, chi si ricorda. La verità è che canta Sabani, e che canta in italiano inglesizzato".

Milza: "Siamo stati condannati dalla copisteria, che ha sbagliato a scrivere il titolo. In realtà doveva essere "Milva". È il pezzo più avanti dell'album, anzi siamo un pò preoccupati per quanto è avanti. È suonato in 11/4. Il mistero della milza è un pò come il mistero della fede: tu credi in una cosa anche se non ne hai dimostrazione pratica. Ed è un pezzo esaustivo, perchè la milza ha due caratteristiche. Fa male quando corri, e può essere asportata in caso di incidente senza conseguenze, perchè riesci a vivere lo stesso".

Li immortacci: "È ispirata a Vianello, mentore di questa realtà. Lui si fa pigmalione. E si fa uomo. La tesi è che, così come sappiamo che Elvis è vivo, sappiamo che sono vivi anche gli altri presunti defunti del rock. L'unico morto vero è Lou Reed. Insomma, sono tutti vivi e in realtà abitano a Roma, sotto falso nome, ognuno ras di un quartiere diverso. Ci sono er Pelvicaro, er Vuducialdaro, er Piscina, l'Impiccato, er Fucilense, er Vedraro... Giorgia la Trodara ha la parte di mia cugina- puntualizza Elio- è lei a proporre la tesi dei morti non morti, e in questo viaggio Vianello è Virgilio e io sono Dante".

Tapparella: "È ispirata al dramma del non invitato che si autoinvita alla festa delle medie, o che viene a saper che c'è stata una festa con tutii i compagni, lui escluso. La canzone vuole recuperare i valori di quegli anni, i nostri valori: la stringa di liquirizia, la spuma, i balli lenti. Il gioco della bottiglia, il gioco più eccitante dell'adolescenza. È poi chiarissimo il riferimento al libro di Haxley "The doors of perception": il non invitato crea una propria festa mentale, e per rivalsa invita chiunque e tutti insieme intonano il mantra catartico "Forza panino'".

Neanche un minuto di non caco: "È preceduto dal coro della Polifonica le Prostitute. L'esecuzione del brano ha segnato l'inizio della seconda Repubblica della musica italiana".

E dopo l'analisi strutturale del disco, ecco il giudizio complessivo di EelST: "È il primo disco della storia che ti fa spazio in casa, perchè tutti gli altri li puoi buttare via". E la strategia del disco? "È la stessa della strategia della tensione, solo applicata alle corde degli strumenti e alle corde dell'anima. La verità è che il disco non lo abbiamo fatto noi ma lo abbiamo fatto noi ma lo abbiamo dato in franchising. Elio è un marchi di cui ciascuno si può appropriare per quattro soldi......".


Tratto da Musica!© supplemento gratuito de "la Repubblica" ®1996
Testo dell'intervista di Flavio Brighenti
Traduzione HTML di Pietro Pescioni