RESISTANCE MANAGEMENT

RESISTANCE MANAGEMENT

Come gia' accennato, le possibilita' di intervento dell'uomo nell'eliminare o ridurre i rischi di insorgenza ed affermazione del processo di selezione della resistenza, si limitano ai fattori operazionali, seppure in un quadro di approfondita conoscenza dei fattori genetici e biologico/ecologici. Il contenimento del fenomeno in sede preventiva puo' essere perseguito sulla base delle indicazioni fornite nell'illustrare i fattori operazionali (tempi e modalita' di intervento, bassa persistenza ed elevato potere abbattente del formulato, uniforme distribuzione, ecc.). Le strategie operative adottabili nel lungo periodo, secondo gli orientamenti attuali (Georghiou, 1983), sono raggruppabili in tre categorie: L'obiettivo di fondo della prima strategia e' quello di mantenere a basse frequenze gli alleli per la resistenza. Si opera privilegiando i formulati a breve persistenza e rapido rilascio, ricorrendo ai dosaggi minimi e riducendo il numero dei trattamenti, da mirare prioritariamente contro gli stadi adulti. Il periodo di intervento e' stabilito sulla base di soglie economiche il piu' possibile elevate e la distribuzione non e' mai fatta "a tappeto", favorendo cosi' la formazione di oasi di rifugio non sottoposte alla pressione selettiva. Il metodo di saturazione persegue l'obiettivo di rendere funzionalmente recessivi i geni per la resistenza, "saturando" i meccanismi di difesa degli individui. Tale finalita' e' raggiungibile intervenendo generalizzatamente con principii attivi ad elevata tossicita' ed a bassa persistenza iperdosati ed, eventualmente, addizionati a sinergizzanti. I notevoli rischi che questo metodo comporta ne limitano fortemente la applicazione.

La strategia di attacco multiplo si basa su un corretto avvicendamento spazio-temporale di differenti principii attivi o sul loro uso in miscele. In sede operativa si puo' ricorrere ai trattamenti " a scacchiera". Questo metodo si ispira al presupposto per cui ogni singolo principio attivo cosi' impiegato verrebbe ad esercitare una pressione selettiva inferiore rispetto a quella necessaria per lo sviluppo della resistenza. Questo tipo di approccio e' stato di recente rivisto criticamente (Tabashnick, 1989), in quanto le simulazioni teoriche che ne dimostrano la validita' si fondano su considerazioni spesso distanti dalla realta', come la monogenicita' della resistenza e la completa recessivita' del rispettivo allele. La strategia di moderazione e' quella che, piu' in generale delle altre, trova applicazione. Tuttavia anche le altre due possono, sotto determinate condizioni, mantenere la propria validita'. Appare comunque sempre preferibile e, in particolar modo, nel caso del controllo degli Artropodi degli ambienti antropizzati, il ricorso a prodotti a bassa tossicita' nei confronti dell'uomo, a breve persistenza ed in formulati a piu' rapido rilascio integrando, laddove possibile, il mezzo chimico con mezzi alternativi. Da quanto finora detto appare evidente la necessita' di disporre di validi sistemi per il monitoraggio della resistenza, prima di poter impostare una qualsiasi strategia di "management". La problematica al riguardo e' quanto mai vasta per l'ampiezza dei mezzi analitici attualmente a disposizione. In questa sede si riportano le principali tecniche di monitoraggio secondo una comune classificazione (Tab. 3).

Tab. 3- Rappresentazione schematica dei principali metodi  diagnostici per il
monitoraggio della resistenza ai fitofarmaci.

Tipo	Scopo	Metodologie Bioassaggi	
a) Valutaz. quantitativa della resistenza;  
b) Indagini sui sistemi enzimatici coinvolti nella resistenza (con
l'impiego di sinergizzanti)   	Trattamenti topici, per contatto, per immers., 
ecc. eseguiti comparativamente su gruppi di individui "sensibili" e
"resistenti" Test biochimici	Identificaz. dei singoli enzimi coinvolti nella
resistenza 	Filter paper test, metodi colorimetrici, substrati di agar,
elettroforesi

Test immunologici	c.s.	Impiego di antisieri specifici Test di incrocio
e selezione	Localizzazione dei geni per la resistenza sui cromosomi	
Incrocio con ceppi di marcatori genetici
In ultima analisi merita una particolare citazione il ricorso ad "expert systems" per il "management" della resistenza. Attraverso questi modelli e' possibile ottenere "suggerimenti" circa la ottimale strategia di controllo da seguire, in quanto atti ad interpretare spazialmente e temporalmente, in funzione dei fattori biotici ed abiotici dell'ambiente, la dinamica delle popolazioni da combattere ed il comportamento della frequenza dei geni responsabili della resistenza.