Dinamiche di popolazione dei nemici naturali

Dinamiche di popolazione dei nemici naturali

E' da sottolineare come, tra una preda ed il suo naturale antagonista (predatore o parassitoide), lo sviluppo della resistenza sia, in misura quanto mai generalizzata, a favore della prima (Fig. 8).

Fig. 8- Confronto tra specie fitofaghe e loro nemici naturali. In poche generazioni molte piu' specie di fitofagi acquisiscono resistenza rispetto ai propri nemici naturali (da Tabashnik e Croft, 1985)

Le ragioni di queste differenze sono molteplici. Una prima causa va ricercata nel rapporto di coevoluzione che i fitofagi hanno stabilito con le piante ospiti e che si e' tradotto nella evoluzione di meccanismi di detossificazione delle sostanze nocive prodotte da quest'ultime. In predatori e parassitoidi lo stesso processo selettivo si e' manifestato in misura senz'altro ridotta. Accertato che la detossificazione si esplica attraverso dettagliati meccanismi molecolari si sono prodotte, da un lato, ricerche tendenti alla formulazione di principi attivi sempre meno tossici nei riguardi di predatori e parassitoidi e, dall'altro, alla selezione di ceppi resistenti di questi da rilasciare nell'ambiente. Una ulteriore spiegazione al fenomeno di resistenza differenziata sta nell'associazione tipica preda-predatore (o parassitoide). L'applicazione di un pesticida che manifesta la propria azione tossica contro ambedue riduce notevolmente il livello delle rispettive popolazioni. Per le prede sopravvissute sara' relativamente facile incrementare il proprio livello numerico contrariamente ai predatori che vengono a mancare del substrato su cui svilupparsi. A supporto di questa spiegazione stanno le analisi delle rispettive dinamiche di popolazione che hanno dimostrato come molte specie fitofaghe, a seguito dei trattamenti, tendano ad esprimere una curva densita'-dipendente sovracompensante mentre per predatori e parassitoidi vale il modello di sottocompensazione. Il parametro TR risulta pertanto piu' basso per le prede. I fitofarmaci hanno poi effetti differenziati su prede e controllori naturali per motivazioni legate alla rispettiva etologia. L'istinto che spinge predatori e parassitoidi a ricercare le proprie prede impone loro una notevole mobilita' che facilita il contatto con le molecole tossiche e, pertanto, una notevole mortalita'. Un ulteriore aspetto e' la abbondante distribuzione di formazioni tricoidi sul corpo di predatori e parassitoidi che, se agevolano la percezione della preda, allo stesso tempo rappresentano vie preferenziali per l'ingresso delle molecole biocide.