Ai fini del processo di selezione della resistenza, la quota di migranti che si integra nella popolazione trattata non da' generalmente un apporto di geni per la resistenza (o non lo da' in maniera significativa). Quindi, ogni flusso genico che cosi' si realizzi, rappresenta una forza operante contro l'evoluzione della resistenza. La questione biologico-evolutiva che in questo contesto assume importanza e' la definizione delle circostanze sotto cui il flusso genico dovuto alla migrazione effettivamente attenua l'azione delle forze della selezione, operanti ai fini della acquisizione della resistenza (processo di adattamento ad un dato ambiente). In passato gli autori erano concordi nell'ammettere che anche piccoli flussi sono sufficienti a prevenire differenziazioni locali.
Studi piu' recenti hanno portato a correlare la differenziazione al rapporto tra vigore selettivo e quota di migrazione. In una popolazione non trattata la frequenza dell'allele R (pR) rimane, in assenza di forze perturbatrici, costante nel tempo. Se una quota di tale popolazione migra in un ambiente trattato, dara' luogo ad incroci con la popolazione locale. La generazione che ne deriva contiene, prevalentemente, i prodotti dell'incrocio tra gli individui della popolazione originaria e quelli dell'incrocio tra le due popolazioni. L'affermazione del processo di evoluzione della resistenza in tali circostanze appare condizionato dai seguenti fattori: -frequenza degli alleli R nella popolazione trattata; -grado di dominanza di R, misurato attraverso il parametro b; -incidenza della migrazione sulla selezione (m).
L'ultimo parametro si definisce (Comins, 1977b) come:
m= r/[(1-r)(1-w)] (8)in cui:
___________> R S <___________
Il risultato cui si perverrebbe in tali condizioni e' un incremento della frequenza di R nella popolazione non trattata ed un decremento in quella trattata. In realta', anche se il flusso proveniente dalla regione trattata fosse superiore a quello in senso opposto, la popolazione non trattata verrebbe a subire un processo di incremento della frequenza degli alleli R molto lento, data la ridotta "fitness" di questi ultimi. Le considerazioni fin qui maturate permettono di trarre indicazioni riguardo a possibili vie percorribili per ritardare la comparsa di forme di resistenza. Le strategie di "management" della resistenza prevedono infatti la ricerca di regioni non trattate (aree di rifugio) oltreche' la riduzione dei dosaggi. Ambedue gli accorgimenti operano nel senso di incrementare il valore di m.