Fig. 12- Relazione tra generazioni annue e comparsa della resistenza in specie selezionate a mezzo di applicazioni al terreno di Aldrin/Dieldrin.
Dal grafico si conferma la possibilita', per le specie ad alto potenziale riproduttivo, di sopportare anche forti intensita' di selezione. Sono pertanto da attendersi responsi di proporzionalita' diretta tra l'evoluzione della resistenza e la fertilita' delle specie. Questa relazione tuttavia non va generalizzata per le diverse implicazioni che puo' presentare. In particolare, rivestono importanza il rapporto specifico monogamia/poligamia e le modalita' di riproduzione. Si puo' supporre che nelle forme poligame il processo di selezione della resistenza evolva piu' lentamente, specie in presenza di flussi immigratori di individui SS. Con la poligamia infatti si accrescono le possibilita', per gli RR, di incrociarsi con gli SS. Qui si ritrova l'importanza della riproduzione sessuale, i cui vantaggi rispetto ad un sistema asessuato (ad es., partenogenesi) risultano in una maggiore capacita' di risposta alle sfide selettive provenienti dall'ambiente, specie se imposte in rapida successione. Rientra tra i fattori biologico/ecologici che influenzano la selezione di resistenza negli Artropodi il regime alimentare. E' stato osservato al riguardo che le forme polifaghe tendono a sviluppare resistenza con maggiore lentezza rispetto alle monofaghe. Il motivo chiave di questo aspetto e' legato proprio alla possibilita' delle specie polifaghe di ritrovare fonti alimentari alternative. Per queste specie sono pertanto accresciute le probabilita' di occupare aree non trattate da cui, tra l'altro, effettuare migrazioni verso le popolazioni sottoposte alla pressione selettiva. Va tuttavia precisato che da un punto di vista biochimico le forme polifaghe hanno, rispetto alle monofage, maggiori possibilita' di neutralizzare le molecole biocide in virtu' di un patrimonio enzimatico piu' ricco (notevole presenza di ossidasi enzimatiche). Dalla analisi del regime alimentare e' nuovamente emersa l'importanza dell'immigrazione come fattore capace di attenuare il fenomeno di acquisizione della resistenza. Assumono importanza soprattutto i casi di migrazione di individui SS in un ambiente ove siano presenti pochi individui RR, sopravvissuti ad un trattamento. Dagli incroci che ne derivano proviene una progenie prevalentemente costituita da individui RS ed SS. Se la migrazione non si verifica la nuova generazione conterra' solo individui resistenti. Viene confermato pertanto il ruolo delle migrazioni nel determinare equilibrio instabile nelle popolazioni. Nell'equilibrio il valore critico e' rappresentato dal rapporto numerico tra gli RR sopravvissuti e gli SS migrati. Nel momento in cui si realizza un trattamento, non necessariamente tutti gli individui della popolazione trattata vengono raggiunti dalle molecole tossiche. In dipendenza di biologia e caratteristiche comportamentali della specie infatti, una quota di individui puo' essere presente in aree di rifugio al momento del trattamento, cosi' da sfuggire al processo selettivo. I rifugi possono consistere in tessuti di piante, fogliame molto denso, gemme ingrossate, ecc., oppure rappresentati da stadi fisiologici poco suscettibili come diapause o pupe (specie se si svolgono nel suolo). Qualunque sia la loro natura i rifugi rappresentano centri di migrazione di individui sensibili, capaci di ritardare l'evoluzione. I migranti provenienti dai rifugi, rispetto a quelli provenienti dall'esterno, sono meno soggetti ai fattori che possono ostacolare il loro arrivo e la loro affermazione in sufficiente numero (ad es. stress ambientali). I rifugi possono essere creati artificialmente escludendo intenzionalmente dal trattamento certi segmenti della popolazione. In sintesi, da questo paragrafo e' emerso che la consistenza numerica degli RR viene mantenuta su ridotti livelli da: